Splendida e nitida foto del Ponte Nomentano nel 1860. L’immagine ci mostra delle persone sull’argine, un paio sono intente a pescare mentre alcuni soldati francesi guardano con attenzione verso il fiume Aniene. Nel frattempo, sulla strada, un cocchiere attende. Lo sfondo sia a destra che a sinistra del ponte rivela un paesaggio collinare brullo e spoglio. In quegli stessi spazi, solo molti anni dopo, verrà costruito il quartiere Montesacro.

Ponte Nomentano 1860
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Insieme al ponte Milvio e a ponte Salario era, nell’antica Roma, uno dei ponti extraurbani più importanti. In origine fu costruito con blocchi squadrati di tufo, eccetto gli archivolti in travertino, ed era a 3 arcate: la centrale, più grande delle altre 2, sovrastava l’affluente del Tevere. Nell’VIII secolo, sotto il pontificato di Adriano I, il ponte venne fortificato con due torri, a loro volta rinforzate con muri nel XII-XIII secolo e innalzate sotto Niccolò V.
La prima costruzione risale all’età repubblicana e il ponte fu ricostruito dopo l’invasione barbarica di Totila. Una tradizione locale vuole un incontro su questo ponte nell’800 tra Carlo Magno e Leone III.
Nel X secolo fu del monastero di San Silvestro in Capite, poi, dal 1205, fu pertinenza della chiesa di San Lorenzo in Lucina, poi del convento di San Pietro in Vincoli insieme alla chiesa di Sant’Agnese fuori le mura. Nel 1433 il ponte fu occupato da Niccolò Fortebraccio della Stella e da Antonio conte di Pontedera, mentre nel 1485 il ponte fu conquistato da Paolo Orsini. In seguito dovette subire restauri e vari aggiustamenti.